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Nella logica della centralità di Gesù Cristo.
Una rilettura dei contenuti teologici de Il Rinnovamento della Catechesi.

di Carmelo Dotolo

1 L’indicazione di un criterio

Uno dei contributi più significativi resi da Il rinnovamento della Catechesi (=DB), è stato quello di inaugurare una stagione di ripensamento riguardo la qualità educativa della fede. Dinanzi ad una sempre più evidente scollatura tra vita e fede e all’esigenza di una loro integrazione (cf. DB nn. 52-55), non appariva più percorribile un progetto formativo incapace di incidere sulle linee di pensiero, sui criteri interpretativi della realtà, sui valori qualificanti l’essere cristiano. La percezione di una rottura della cinghia di trasmissione della fede, non era attribuibile solo ad una questione di modelli e metodi dell’apprendimento e delle tecniche educative, ma alla crescente consapevolezza che una inculturazione della fede esigeva un processo di interiorizzazione del messaggio in vista di una maturità personale e culturale. Si trattava, in altre parole, di delineare una nuova identità cristiana, non più alimentata da una appartenenza ecclesiale standardizzata e provocata, tra l’altro, da un cambiamento profondo del clima culturale e religioso. La questione del senso come apertura a Dio, la ricerca di un modo differente di realizzare la propria umanità, la possibilità di un futuro in grado di motivare l’esperienza della finitezza e imprevedibilità della storia, hanno attraversato la ricerca catechetica e teologica, lasciando intravedere l’esigenza di un ricollocamento dei contenuti teologici e di una adeguata criteriologia interna (cf DB, nn. 111; 176). Si imponeva, cioè, la scelta di coniugare messaggio ed esperienza vitale, entro un quadro ecclesiologico di evangelizzazione della cultura, là dove avvengono i processi di trasformazione e costruzione di una umanità all’altezza dei valori del Regno.

In questo quadro di riferimento, il DB dà forma ad un’intuizione decisiva per la struttura fondamentale della catechesi: la fedeltà a Dio e all’uomo (cf. nn. 160-162). Se la prima indica la necessità di orientarsi verso l’organicità e originalità del messaggio cristiano, la seconda individua nella significatività personale e nella traducibilità culturale del messaggio, lo specifico del processo catechistico. La fede e i suoi contenuti sono al servizio di una crescita del tessuto umano della società e del tessuto cristiano delle comunità ecclesiali, in una reciprocità qualificante in grado di liberare da pregiudizi la relazione chiesa-mondo. Nondimeno, l’affermazione del criterio della duplice fedeltà, consentiva la rifinitura del dinamismo del credere come evento che feconda l’intera esistenza, non più leggibile come un dato casuale, ma quale progetto che coinvolge la globalità della persona. «C’è vera mentalità di fede, quando c’è capacità di comprendere e di interpretare tutte le cose secondo la pienezza del pensiero di Cristo » (DB. n. 35).

(tutto il testo è disponibile in formato pdf)