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La dimensione culturale nella evangelizzazione
di Carmelo Dotolo

Parlare della relazione tra cultura ed evangelizzazione, significa percorrere la complessa dinamica dell'incontro-scontro tra Vangelo e cultura, rivelazione e storia, cristianesimo e altre religioni, quale orizzonte per un adeguato approccio al tema missione e culture. E' impensabile, infatti, un cristianesimo fuori dal contesto culturale, perché ciò condurrebbe ad un impoverimento delle culture, ma anche ad uno smarrimento della missione stessa della comunità ecclesiale. Scrive Giovanni Paolo II nella esortazione apostolica Catechesi tradendae (n 53)(1).

Il messaggio evangelico non è puramente e semplicemente isolabile dalla cultura, nella quale esso si è da principio inserito [...] e neppure è isolabile, senza un grave depauperamento, dalle culture, in cui si è già espresso nel corso dei secoli: esso non sorge per generazione spontanea da alcun humus culturale; esso è inevitabilmente inserito in un certo dialogo con le culture.

E' proprio la dinamica interculturale, seppur delicata e fragile, a richiedere all'evangelizzazione il farsi dialogo , compagnia degli uomini , quale espressione che definisce il cristianesimo nella storia. Anzi, si potrebbe dire che la vocazione particolare della evangelizzazione(2) stia proprio nella iniziazione all'esistenza dell'altro, in una tensione che dice anche desiderio e attesa e che scaturisce dall'incontro con Dio, l'Altro, che irrompe con la sua estraneità , cioè la sua santità , per incamminare l'uomo oltre le proprie categorie esperienziali e sintonizzarlo con il nuovo e l'atteso(3). Per questo motivo, la dimensione culturale dell'evangelizzazione richiede la capacità di imparare ad esercitare la grammatica umana di base , per poter testimoniare il Vangelo come proposta di vita. Già, perché la cultura non è frutto di una immediata comprensione delle differenze antropologiche, né la facile intuizione di un modo di vivere che si basa su forme di informazioni puramente strumentali a questa o quella situazione. Essa comporta la partecipazione attiva e sofferta al travaglio della gente e non sempre si può affidare al già conosciuto, come scrive I. Mancini(4), perché

è un progetto che nel far passare i dati in forma di significati, come cose per cui si decide, e in cui ne va di noi stessi, trova nel riferimento alla vita o nella disalienazione con il senso ora detto il suo criterio di validità decisivo, senza con questo indulgere a nessuna forma di parossismo escludente

Entro queste coordinate, il progetto della fede intende sostenere la diversità delle culture, tramite un giudizio che è accoglienza radicale e critica, abbattimento di ogni divisione, per sedersi a tavola con ogni cultura e far emergere da esse, nella sequela e memoria di Gesù Cristo, la diversità di Dio che, nella vicinanza ad ogni cultura, dà forma al progetto della riconciliazione nel mistero della salvezza. Ma al tempo stesso, la fede deve essere in grado di parlare attraverso la cultura, onde evitare il rischio di un ripiegamento interioristico che relega il credere e il contenuto del credere entro la sfera della soddisfazione emotiva e alla ricerca di utili gratificazioni. Annota V. Mathieu(5)

Che cosa concludere, insomma? Che l'apporto culturale è, rispetto alla fede, una sovrastruttura , analogamente a ciò che pensava Marx rispetto all'economia? O, al contrario, che è uno strumento indispensabile e decisivo per evitare che la fede sia cieca, anzi bloccata dall'impossibilità di conoscere ciò che dovrebbe credere?

La necessità di un cristianesimo che coniughi fede e cultura(6) diventa, di conseguenza, una esigenza insopprimibile della evangelizzazione e della catechesi, come ha evidenziato lo stesso Direttorio generale per la catechesi del 1997(7).


(tutto il testo è disponibile in formato pdf)

Note:

1. GIOVANNI PAOLO II, Catechesi tradendae , in Enchiridion Vaticanum 6, 1886.
2. Si veda P. GIGLIONI, Nuova evangelizzazione o evangelizzazione nuova? , «Euntes Docete» 53 (2000) pp. 15-27.
3. Cf. le interessanti riflessioni di T. SUNDERMEIER, Comprendere lo straniero. Un'ermeneutica interculturale , Brescia 1999, pp. 234-258.
4. I. MANCINI, Fede e cultura. L'ideologia come mediazione , in ID - G. RUGGIERI, Fede e cultura , Torino 1979, p. 23.
5. V. MATHIEU, Cultura e salvezza , in AA.VV., La salvezza oggi , Roma 1989, p.146
6. Si vedano le riflessioni di Y. CONGAR, Christianisme comme foi et comme culture , in AA.VV., Evangelizzazione e Culture , I. Atti del Congresso Internazionale Scientifico di Missiologia , Roma 1976, pp. 83-103.
7. Per un approfondimento cf. G. CAVALLOTTO, Direttorio generale per la catechesi: continuità e novità , «Euntes Docete» 51 (1998) pp. 313-332; L. MEDDI, Indicazioni per una catechesi inculturata: catechesi come interiorizzazione della fede , «Catechesi Missionaria» 14 (1998) pp. 33-47.