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Escatologia: significato biblico-teologico e missione della Chiesa
di Carmelo Dotolo

1. A partire dall'etimologia

«Per escatologia cristiana si intende la teologia cristiana nella misura in cui questa, a partire da ciò che è venuto (e cioè dalle esperienze che l'umanità, e in particolare Gesù Cristo hanno avuto di Dio) riflette su ciò che sta per venire, sul nuovo e sul definitivo e, a partire da qui, cerca di interpretare il presente e di mediare impulsi per l'agire attuale»(1). E' in questo quadro interpretativo che è opportuno riprendere il significato profondo e attuale che l'escatologia ha nei riguardi della riflessione teologica e della prassi missionaria della Chiesa. Se il tempo inaugurato da Gesù è un tempo escatologico, qualitativamente nuovo, è importante comprendere l'orizzonte di significato che l'escatologia ha come dimensione che indica nella vita quotidiana il laboratorio della salvezza. Non è casuale, infatti, che la ripresa della riflessione escatologica sia motivata da tre fattori. Il primo, relativo agli interrogativi sul destino dell'uomo nella sua individualità, ma anche nella qualità di creatura in relazione con il mondo, gli altri, Dio. Il secondo, punta l'attenzione sulla rivalutazione dell'apocalittica non più intesa come pensiero proiettato in modo immaginifico sull'al di là, ma quale vera e propria teologia della storia , nella quale si cerca di comprendere il senso del male e del suo eccesso riguardo ogni spiegazione, in rapporto all'autocomunicazione di Dio. Il terzo, in corrispondenza ad una rilettura storico-salvifica della creazione che allarga l'interesse ad una interpretazione ecologica della vita e del mondo, nei riguardi della quale il destino dell'uomo si rapporta. Al tempo stesso, bisogna ribadire che la riflessione escatologica conserva una tensione radicale, irriducibile ad ogni rapida soluzione delle questioni e interrogativi che attraversano le esistenze di uomini e donne. Pertanto, è necessario tenere fermo un punto decisivo: l' eschaton è il Dio che viene ( adventus ), è la parola che entra nel nostro presente con un'alterità imprevedibile che chiama ad un ascolto attento ai segni dei tempi. La conoscenza dell'uomo è possibile solo se questo futuro si è anticipato nel presente, come nell'evento Gesù Cristo. E' in questo ambito che l'annuncio del Vangelo può aprire la ricerca ad un cammino che non si stanca di sperimentare il dono di una liberazione capace di costruire una civiltà dell'amore.

Sulla scia di tali premesse, non è superfluo ricordare la particolarità di significato del termine escatologia, la cui definizione necessita di un approccio più articolato. Affermare che l'escatologia è discorso sull' eschaton , vuol dire porsi la domanda su quale sia l'oggetto specifico, visto che l'aggettivo eschatos indica estremo, ultimo, che non prevede superamento. Come evidenzia G. Kittel(2), il termine eschatos , nelle sue diverse forme (aggettivo, sostantivo, avverbio) compare più   volte nel Nuovo Testamento, presentando un significato legato all'esperienza della definitività della salvezza in Gesù Cristo, all'interno della tensione presente-futuro. Per questo, il termine escatologia ha diverse accentuazioni che lasciano intravedere l'insieme dei significati che essa contiene: dall'accezione classica di escatologia come discorso sulle realtà ultime; al significato di discorso sul futuro della storia aperta all'uomo da Dio; dall'escatologia come discorso sul definitivo, alla riflessione teologica del principio-speranza che individua nell'evento centrale di Cristo il dato qualificante. E' nell'arco di queste indicazioni che va individuata l'interpretazione biblica sulla peculiarità dell'escatologia nelle sue componenti apocalittiche e profetiche.


(tutto il testo è disponibile in formato pdf)
Note:

1. H. VORGRIMLER , Hoffnung auf Vollendung. Aufriss der Escatologie , Herder, Freiburg 1980, 13. Per un inquadramento globale cf. E. S COGNAMIGLIO , "Ecco, io faccio nuove tutte le cose": avvento di Dio, futuro dell'uomo e destino del mondo , EMP, Padova 2002.
2. G. KITTEL , «???????», in Grande Lessico del Nuovo Testamento , III, Paideia, Brescia 1967, 995-1000.